Calciosociale: a Roma si vende mq di speranza
pubblicato da Filippo// 24 dicembre, 2011 // articoli di giornale
60 euro per contribuire ad aprire campo sportivo al Corviale ora nel degrado
ROMA – Una piccola fetta di un campo di calcio per restituire la speranza. E’ ‘regala un metro quadro’, l’ultima iniziativa di ‘Calciosociale’ per sostenere la legalita’ e i valori dell’accoglienza nel difficile quartiere romano di Corviale. Il metro quadro in questione, acquistabile simbolicamente con un versamento di 60 euro, e’ quello di uno dei due impianti sportivi del ‘Campo dei Miracoli’, una struttura in completo stato di degrado all’ombra del ‘Serpentone’.
La struttura sportiva di Via Poggio Verde, concessa in locazione dall’Ater a Calciosociale nel 2009 per gli ‘alti meriti sportivi nel volontariato’, era da anni inattiva, abbandonata al degrado e all’incuria e in mano alla microcriminalita’ del quartiere. La scommessa di Calciosociale e’ quella di riuscire, in nove mesi, a restituire il ‘Campo dei Miracoli’ a Corviale, per offrire alle migliaia di famiglie del serpentone un luogo dove poter mandare a giocare i propri figli in un ambiente sano e protetto.
Un progetto reso ancor piu’ impegnativo dalle difficolta’ del quartiere: Corviale, progettato nel 1972 e consegnato ai primi inquilini solo dieci anni dopo, e’ storicamente afflitto da bassa scolarizzazione e assenza di servizi, che hanno condizionato una crescita asimmetrica del quartiere rispetto alle zone limitrofe. Non solo: queste variabili hanno creato terreno fertile per la delinquenza giovanile e la microcriminalita’ organizzata. Il progetto di Calciosociale si basa su una formula relativamente semplice: giocare una nuova tipologia di calcio, aperta a tutti e basata su regole fuori dalla logica comune, ma dall’alto impatto sociale.
Dal 2005 un gruppo di educatori e tecnici sportivi sperimentano il modello nel torneo God is Love (Gil), che gode del patrocinio del Presidente della Repubblica e del Senato della Repubblica.
Partito con quattro squadre, il Gil coinvolge oggi oltre 300 giocatori di tutte le eta’ con le relative famiglie: uomini e donne, ragazzi e ragazzi, giovani con disabilita’ e ragazzi con problemi di droga o disagio familiare, inseriti in 18 squadre la cui composizione viene sorteggiata per ottenere team dello stesso valore. Il regolamento e’ quello del calcio, ma ad arbitrare sono i capitani e i partecipanti osservano delle regole speciali, come quella che impedisce a un giocatore di segnare piu’ di tre gol a partita e che induce quindi i piu’ individualisti a mettersi al servizio della squadra.
da Ansa, 24/12/2011
di Alessio Taralletto