Calcio no profit, squadre senza scopo di lucro
pubblicato da Filippo// 30 gennaio, 2012 // articoli di giornale
Detrattori di terra, cielo e mare… udite, udite: un altro calcio è possibile. E’ un mondo sommerso, alternativo a scandali e scommesse. E’ il calcio del terzo settore, fatto da squadre senza scopo di lucro, associazioni, fondazioni e onlus che agiscono all’ombra dello sport più praticato e discusso.
Dopo la tragedia del centrocampista di Lazio e Nazionale ucciso in una gioielleria di Roma nel 1977, nasce la Fondazione Luciano Re Cecconi, ricevuta in Vaticano da Papa Giovanni Paolo II e poi in sostegno di vedova e figli del tifoso Vincenzo Paparelli (morto allo Stadio Olimpico in un derby di sangue del 1979). La Fondazione Gabriele Sandri opera invece nella Biblioteca del Calcio, prima e unica nella Capitale: per non dimenticare Gabbo promuove un premio di letteratura calcistica, il Festival Nazionale della Cultura del Calcio, la rassegna artistica Calcio d’Arte e i Gruppi Volontari Donatori Sangue Gabriele Sandri, accreditati nei centri trasfusionali di otto nosocomi italiani.
Al Bagna, tifoso del Parma, è dedicata la Fondazione Matteo Bagnaresi. Dall’Emilia aiuta meno abbienti, ragazzi in età scolare e bambini brasiliani del Poxorèu, nel Mato Grosso. Dall’amore per un figlio prematuramente scomparso, incentivando buone pratiche sportive, a Piacenza c’è l’Associazione William Bottigelli, presieduta da mister Eusebio Di Francesco. Sono romane la Fondazione Giorgio Castelli e l’Associazione Alessandro Bini. La prima, per la prevenzione di malattie cardiovascolari, è intitolata al sedicenne calciatore del Real Tor Sapienza morto in allenamento per arresto cardiaco. La seconda, in ricordo del quattordicenne del Cinecittà Bettini scomparso urtando il bocchettone di un impianto idrico sul terreno di gioco, incentiva campagne di sensibilizzazione per la sicurezza sui campi di base.
Da Scampia a Corviale, dal S. Elia (Cagliari) a Montevarchi (Arezzo), 400 ragazzi di ogni età sono nel progetto CalcioSociale, promosso dall’omonima no profit per il recupero di disagiati e giovani disabili. Nel reatino l’Associazione Rieti Immigrant Onlus lotta per l’integrazione degli immigrati con tornei di calcio multietnico, mentre a Varese la Fondazione 7 Novembre adotta un progetto di Calcio Balilla per persone con disabilità motorie.
Andrea Fortunato è stato difensore di Juventus, Como, Genoa e Pisa. Morì per leucemia nel 1995, all’apice di carriera e fama. Una biblioteca e un museo del calcio ne custodiscono il sorriso a Castellabate (Salerno) grazie all’Associazione Fioravante Polito Onlus, che annualmente assegna il premio Lo Sport è Vita, il 27 Febbraio in Campidoglio.
“Io, se potessi, scenderei in campo adesso, su un prato o all’oratorio. Perché io amo il calcio”, scrive su internet l’ex attaccante di Fiorentina e Milan Stefano Borgonovo. Ammalatosi di Sla, sclerosi laterale amiotrofica detta morbo di Lou Gehrig, con la Fondazione Borgonovo è il testimonial della battaglia contro quella che – dai più – viene considerata la malattia dei calciatori, degenerazione all’uso di sostanze dopanti. Per la ricerca scientifica si muove la Fondazione Vialli e Mauro, mentre per l’assistenza alla cura dei tumori, supportata da un’equipe di oncologi dell’Italian Trials in Medical Oncology e del Centro su Carcinoidi e Tumori Neuroendocrini, c’è la Fondazione Giacinto Facchetti, già dirigente e bandiera dell’Inter. Invece l’attuale colonna nerazzurra, Javier Zanetti, con la moglie guida la Fondazione Pupi, adozioni a distanza nelle aree povere dell’Argentina.
Anche i club si stanno adeguando: i più titolati al mondo hanno la Fondazione Milan, c’è l’ufficio Charity della Juventus e nello staff grigiorosso spicca Cremonese per il Sociale. In ambito culturale si muove la Fondazione Genoa 1893: tra i carrugi del centro di Zena ha allestito il museo del vecchio grifone rossoblù. Sulla scia dei mondiali di Italia ’90 anche la Fondazione Museo del Calcio ne gestisce uno, ma a Coverciano (Firenze): è interamente azzurro, mentre mostre per soli aficionados viola sono dell’Associazione Museo Fiorentina Onlus. Approvato lo statuto nel Consiglio Comunale di Torino, la Fondazione Stadio Filadelfia preserva la memoria granata nel progetto di ricostruzione del leggendario stadio del Grande Toro. MyRoma, azionariato popolare dei giallorossi a Piazza Affari, negli atenei della Regione Lazio finanzia una borsa di studio per laureandi che discutono tesi sul calcio. Infine c’è Milano Siamo Noi Onlus, unione d’intentanti tra alcuni ultras di Milan e Inter, impegnati a valorizzare il tifo organizzato delle curve meneghine. The show must go on.
da Il Fatto Quotidiano, 30/01/2012
di Maurizio Martucci